Nìnne ka quèste jiè ‘a lùtema canzòne! Ragazzo, questa è l’ultima canzone
Temmatemenetè è un intervento diffuso a Terravecchia, il borgo antico di Pietramontecorvino. Il titolo, una cui traduzione plausibile è «Ti ucciderei, ma non ne ho voglia», coincide con il ritornello di uno sciàmbule, forma di canto tradizionale diffuso in alcuni paesi dei Monti Dauni, praticato su un’altalena improvvisata con un ceppo da ardere, sospeso tramite una fune alla porta d’ingresso delle abitazioni. Tramandati in forma esclusivamente orale, gli sciàmbule si cantavano unicamente nella settimana del Carnevale e consentivano di rovesciare temporaneamente le gerarchie, i costumi e la morale vigente, veicolando di volta in volta messaggi e sentimenti proibiti d’amore, di sdegno o di dolore. L’idea di soglia fisica e simbolica è al centro dell’intervento di Gaia Di Lorenzo, che ha come fulcro principale il portone d’ingresso alla corte del Palazzo Ducale. Qui l’artista installa una grande tenda in alluminio che richiama le tradizionali moschiere diffuse nei borghi del Meridione (scendelille nel dialetto locale), sormontata da una traversa in legno intarsiato su cui è incisa la frase Temmatemenetè.
La decontestualizzazione di un elemento tipicamente popolare ha l’effetto di proiettare l’intera corte in una dimensione insolita da interno domestico. A fare da eco all’installazione principale, nei vicoli e nelle piazze di Terravecchia, altre moschiere riattivano passaggi e porte di case abbandonate. A loro e al vento – presenza costante nel borgo – sono affidate parole e messaggi che riaffiorano da un tempo lontano e danno nuova vita agli sciàmbule.
Una Boccata d’Arte è un progetto d’arte contemporanea, diffuso in tutte le regioni italiane, che promuove l’incontro tra arte contemporanea e bellezza storico artistica dei borghi più belli ed evocativi d’Italia.
I venti borghi selezionati ogni anno in base al numero di abitanti non superiore a 5000, alla presenza di un tessuto culturale attivo e alla capacità artigianale, commerciale e ricettiva a carattere famigliare, diventano il teatro di venti interventi in situ d’arte contemporanea, realizzati da artisti emergenti e affermati, invitati da Fondazione Elpis e Galleria Continua. Venti artisti per venti borghi, in tutte e venti le regioni d’Italia.