TERRATERRA | Ceramica contemporanea a Grottaglie
Come nasce l’idea di TERRA TERRA?
TERRATERRA nasce dalla voglia di fare un progetto in Puglia, la regione dove sono nata e cresciuta e di mettere in relazione la mia esperienza, i vari rapporti con gli artisti che ho coltivato in tanti anni a Milano e in giro per l’Europa. Questa voglia mi ha sempre accompagnata nel tempo, ma solo durante il lockdown ho avuto modo di mettere a punto il progetto, di ragionarci su, poi tutto è partito molto velocemente. Mi interessava sperimentare e creare un progetto che mettesse in dialogo la tradizione antica e localizzata, come quella della ceramica d’uso, con le ricerche e il lavoro degli artisti internazionali del mondo dell'arte contemporanea.
Solo recentemente la ceramica è entrata nel vivo del panorama internazionale dell’arte contemporanea e sempre più artisti si sono interessati a questo medium. Come nasce per te questa attenzione per questo materiale?
Sono cresciuta ad Oria e fin da bambina ho frequentato molto Grottaglie. Un luogo che conosco molto bene e dove ho avuto modo di conoscere i laboratori di ceramica degli artigiani locali. Ho sempre pensato di voler trovare un modo di lavorare con questi artigiani Mentre lavoravo in galleria da Kaufmann Repetto, ho avuto modo di condividere con Francesca e Chiara l’amore per la ceramica e anche di conoscere molte artiste e artisti che lavoravano con questo materiale.
Mi viene in mente il lavoro di Magdalena Suarez Frimkess, artista novantenne di Los Angeles che realizza delle sculture ispirandosi all’immaginario pop e televisivo dei cartoni animati. Penso che sono sempre stata affascinata dalla ceramica perché è un materiale che è sempre stato considerato minore, borderline rispetto ad altri materiali e tecniche artistiche contemporanee, come ad esempio lo è la pittura. Ecco, mi interessava ragionare su questi limiti e confini che sono stati tracciati e trovare una nuova intersezione dei vari mondi che ruotano intorno alla ceramica come medium artistico.
Come si svolge la residenza di TERRA TERRA ?
La residenza ha una durata breve , tra le due e le tre settimane, e il suo cuore pulsante è il rapporto che si crea tra l’artista e gli artigiani locali che guidano la produzione dell’oggetto in ceramica, dando anche molto spazio alla sperimentazione sul materiale stesso.
Durante la residenza questo legame-guida è fondamentale per la restituzione finale, che non prevede una mostra ma una cena dove sono invitati gli artigiani che hanno collaborato, gli artisti, amici e sostenitori. Viene apparecchiata una tavola con gli oggetti realizzati dall’artista e create delle pietanze in collaborazione con degli chef locali.
Vorrei che anno dopo anno questo momento conviviale diventasse un appuntamento fisso, dove riunire ogni volta tutti e tutte le partecipanti delle varie edizioni della residenza.
Ci puoi raccontare qualcosa della prossima residenza?
Judith Hopf è l’artista invitata per la seconda iterazione di TERRATERRA, che sarà una residenza un pò dislocata, che avverrà in due fasi tra aprile e luglio. Ho pensato che il suo lavoro fosse molto adatto e in linea con lo spirito del sud, molto ironico e intelligente anche nel trattare tematiche impegnative legate alla politica, alle barriere architettoniche e al lavoro. Penso che sia interessante trasportare questo suo modo di pensare un’opera d’arte nella produzione di un oggetto d’uso in ceramica, quindi mettere in gioco un registro considerato alto con uno da sempre considerato minore, dove la funzione dell’oggetto stesso può essere messa in discussione. L’oggetto concepito da Judith soddisfa pienamente lo spirito di Terraterra: sara’ una brocca-galletto, un soggetto che genera una continuità con la decorazione tradizionale della ceramica pugliese, ma le cui proporzioni saranno un po’ accentuate, un po’ off. Sul limite, appunto, della fruibilita’.