TAM - Tower Art Museum | (Finalmente) apre a Matera
Ci raccontate cos’è TAM - Tower Art Museum?
TAM - Tower Art Museum è un museo d’arte contemporanea privato che ha aperto da poco a Matera dopo molti anni di tribolazione e difficoltà, raccontate nel progetto “Volevo solo aprire un museo”. Il TAM produrrà due mostre l’anno con artisti nazionali, internazionali e locali con l’obiettivo di creare nuovi contenuti culturali: il nostro obiettivo è creare una nuova retorica che vada oltre un racconto stereotipato della storia di Matera e che ci permetta di vivere in una città dove succedono cose. Non abbiamo una collezione permanente, ma vogliamo costruirne una nel corso del tempo, mentre facciamo crescere un'impresa culturale sostenibile economicamente e culturalmente.
“Volevo solo aprire un museo” nasceva da una domanda che ancora oggi non ha una risposta: Qual è la forma giuridica per fare impresa culturale in Italia?
All’epoca del nostro inizio si stava concretizzando la Riforma del Terzo Settore e così abbiamo deciso di approfondire il tema dell’impresa sociale in forma societaria, ci sembrava un ottimo modo per fare impresa ma restare nell’alveo del Terzo Settore. Al momento non sembra essere stata una scelta molto saggia, dato che la riforma non ha ancora preso la stabilità che ci aspettavamo, ma siamo convinti che presto troveremo risposte alle nostre domande.
Avete aperto! al pubblico il 1 dicembre 2022: cos’è possibile visitare al momento nei vostri spazi?
Abbiamo aperto all’improvviso, decidendo qualche ora prima: in questi 5 anni di attesa abbiamo ricevuto l’aiuto e il sostegno di tantissime persone, in svariate forme. Non saremmo mai riusciti a ringraziarle tutte come avremmo voluto così abbiamo deciso di aprire senza organizzare nulla. Attualmente è visitabile “Il restauro dell’ipogeo Txakurreo” del trio Canemorto, un lavoro che nasce qualche anno fa e che finalmente è aperto al pubblico: il percorso espositivo inizia in Via Ridola 13, dove c’è la biglietteria, il bookshop ed un video introduttivo al loro lavoro. Al termine della proiezione accompagniamo il gruppo negli spazi museali che ruotano attorno la torre del Capone - una torre del XII sec - che dista circa 300 metri dalla biglietteria.
Siamo aperti dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 20, come i musei istituzionali e seri.
Possiamo chiedervi la direzione curatoriale del museo: ci sono dei linguaggi o delle ricerche specifiche che vi piacerebbe sviluppare all’interno della vostra realtà? Come queste dialogheranno con la città di Matera?
All’interno del nostro gruppo non ci sono figure di formazione puramente curatoriale ma ci siamo dati delle linee guide ben definite per produrre le mostre ed i contenuti: le prime 4 mostre (circa 2 anni) saranno a curatela interna, in modo da dare una nostra impronta allo scheletro del TAM. Per le successive inviteremo curatori esterni.
Non abbiamo dei medium preferiti, ma abbiamo dei limiti legati alla natura degli spazi che sono lontanissimi dal concetto di white cube: non vogliamo essere una location da riempire ma abbiamo la necessità che si creino contenuti specifici per raggiungere i nostri obiettivi di sostenibilità sociale e culturale. Possiamo sottoscrivere ora un secco no alle mostre Blockbuster o a progetti nati in studi lontani il cui unico problema è legato alla logistica e a come far arrivare le opere da noi.
Non faremo la storia dell’arte contemporanea, ma vogliamo insistere sulla necessità di produrre qui nuovi contenuti con artisti locali, nazionali ed internazionali. D’altro canto, non essendo filantropi e muovendoci senza il supporto pubblico o di fondazioni, dobbiamo necessariamente sviluppare delle programmazioni tali per rendere tutto questo sostenibile nel lungo periodo e dimostrare che si può fare impresa culturale partendo da (quasi) 0.
TAM apre anche un bellissimo bookshop in costruzione: ci sono diverse case editrici e una selezione di titoli che vanno da cataloghi di arte contemporanea a riviste, da libri illustrati per bambini a gadget preziosi. Dove vi spingerete nell’offerta editoriale?
Quando abbiamo iniziato questa avventura (nel 2017) ci eravamo dati un solo standard da rispettare: scavalcare l'amatorialità e professionalizzare il nostro ruolo.
Riteniamo che un museo strutturato non possa esistere senza la programmazione e gestione di servizi accessori seri e ben organizzati: la nostra piccola libreria (che è all'ingresso del percorso, una specie di entry through the gift shop) farà il paio con i laboratori, le conferenze, gli eventi e le attività che ci permetteranno di far vivere questo posto nella sua interezza, non limitandolo ad una serie di stanze dove si attaccano delle opere.
Nel bookshop museale proponiamo una selezione editoriale di progetti perlopiù indipendenti scoperti attraverso un processo di ricerca continua, ritenendo che le scelte fatte possano servire ad arricchire l'offerta culturale: non riusciremmo mai a sostituirci al lavoro ben più serio delle librerie ma pensiamo che la buona visita si completi anche con l'offerta di questi contenuti, che spaziano dall’arte contemporanea, all’illustrazione per bambini e ragazzi, riviste di respiro internazionale, musica, fotografia e molto altro. Unico discrimine fondamentale nella selezione editoriale: non ospiteremo volumi dalle copertine brutte.
