Schiaparelli Pink | Mostra collettiva di arte contemporanea al femminile
Schiaparelli Pink è il titolo della mostra collettiva che coinvolge 14 artiste in un progetto espositivo ospitato nel Chiostro delle Clarisse a Noci (BA) a cura di Sara De Carlo, con il contributo critico di Anna D’Elia e la direzione artistica di Elisabetta Sbiroli per ARTES [punto di svolta].
La mostra diventa occasione di riflessione e di approfondimento sul tema dell’identità femminile, aprendo alle nuove teorie sul genere, ma anche al rapporto tra corpo e società, immagine e testo, lotte decoloniali e ecofemminismo – temi tenuti in caldo dalla mostra, in un’esposizione scenografica curata da Vera Granger, e da un ricco programma di appuntamenti a più voci, attraverso gli incontri letterari curati da Melania Evangelista.
Ispiratrice del concept curatoriale è Elsa Schiaparelli – già nel titolo – stilista e disegnatrice di moda, naturalizzata a Parigi, figura emblematica nella storia della moda tra la prima e la seconda guerra mondiale.
Fu proprio lei a inventare il rosa shocking, oltre un’assidua frequentatrice del mondo dell’arte dell’epoca –tra i nomi – la immaginifica surrealista Leonor Fini.
Proprio con Fini nel 1936 nacque la fama di questo colore, grazie al suo profumo Shocking de Schiaparelli “la cui confezione era appunto di colore rosa shocking, mentre il flacone era modellato sul torso dell'attrice Mae West (realizzato con la stessa Leonor Fini)”, ricorda la curatrice De Carlo nel testo del catalogo.
Una nuova lettura del rosa torna in una “dedica” proprio a Schiaparelli, nelle parole dei “Love Poems” di Anne Sexton: la poesia di Sexton “prova a definire la qualità profonda di questo colore che non è rosso né rosa, ma potrebbe somigliare (così dice la poetessa americana) a quello di una rosa che sanguina. Il colore cangiante evoca l’identità misteriosa di una donna che non si lascia ingabbiare da una sola definizione”, leggiamo in una nota di Elisabetta Sbiroli riportata nel catalogo della mostra.
Proprio questo colore, di cui - siamo sicure - ogni donna “fa esperienza e significato”, mi ha ricordato una performance dell’artista statunitense Maren Hassinger, “Pink Trash”, realizzata nel 2017 a New York in occasione dell'esposizione “We Wanted a Revolution: Black Radical Women, 1965-85” al Brooklyn Museum.
L'azione - realizzata originariamente nel 1982 in diversi parchi a New York - consisteva nel sostituire immondizia lasciata sull'erba dei parchi, con "finta" immondizia di colore rosa, preparata dalla stessa artista. L'azione ci offre una lettura: sostituire ciò che conosciamo come residuo della nostra società di consumo, con oggetti evidenti, e dall’altra far emergere un nuovo risvolto politico.
Infatti questo rosa rimanda alla costruzione culturale del "femminile" ed è proprio su questo limite che si regge l’intenzione dell’artista, invitando il pubblico a chiedersi chi ha il ruolo di pulire, in casa come nei parchi, facendo chiaramente emergere un lavoro che sappiamo viene invisibilizzato - anche sottopagato (come il disatteso sogno di vedere riconosciuto il lavoro di cura delle donne).
Eppure questo colore - nella storia dell’aristocrazia europea - era indossato al contrario dagli uomini, essendo più vicino al rosso, che quindi esprimeva forza, virilità e doti militari, mentre il blu era il colore del velo con cui veniva raffigurata tradizionalmente la Vergine Maria e per questo era ritenuto più appropriato alle donne.
Ma Schiaparelli Pink raccoglie una palette di tantissime sfumature cromatiche, composta da 14 opere di altrettante artiste attive in Puglia (e non) e di diversa generazione.
Lungo il percorso espositivo si prende esperienza di un’arte che fa pratica dell’esplorazione del sé, dell’identità di genere e di nuove soggettività che scardinano stereotipi precostituiti.
Troviamo un dialogo evidente tra le opere di Mariantonietta Bagliato, Natalia Bartoli, Maria Grazia Carriero e Andy Trema che prendono suggestione da un arcaico femminino nel quale rieccheggiano antichi culti consapevoli della Grande Madre o della Dea dei serpenti minoica, fino all’immagine della sirena (pensavo alla bifida, qui con unica coda nel lavoro di Bagliato) o l’Arpia-Sirena ellenistico-romana.
Il tema diventa più introspettivo e dedicato al rapporto con il corpo, nel lavoro di Natascia Abbattista, Angelica Intini, Ezia Mitolo, Michela Rondinone, Rosemarie Sansonetti. Diventano qui i soggetti, citandone alcuni, i capelli raccolti in “nidi scultorei” che vengono fotografati diventando inestetismo del quotidiano, ma misura organica del vivente (Intini); il “vestito sociale” e l’elemento dello specchio nell’installazione presentata da Mitolo, interattiva con il pubblico che diventa “rito iniziatico” come suggerito da Anna D’Elia; una veste di spago e sassolini, che appesa in una nicchia affrescata, assume la forma di una finestra su di un campo brullo di campagna –che lega anche l’immaginario delle origini lucane dell’artista (Rondinone).
Infine Elisabetta Sbiroli e Angela Rapio attraversano l’identità femminile, e di genere, in un paesaggio più complesso che tiene ben presente del passaggio oscuro della violenza sui corpi, ma che sa bene che dalla cenere porta a nuove forme di mutualismo, perfino inter-specie (siamo compost, no?) da percepire con nuovi suoni e partiture (Aurora Lacirignola; Loredana Savino). O potremmo guardare in aria per imparare nuove migrazioni e saper accogliere/lasciar andare (Rapio) – guardando consapevolmente ai flussi migratori, alle questioni geopolitiche del nostro tempo, agli atroci conflitti in atto, dove spesso donne e bambini sono le vittime più colpite.
Infine la lettura di alcune parole dipinte e installate in alto, come un vorticante giro di testa, compone una frase che riporta Il guaio è che tu parli (opera dell’artista di Marika D’Ernest), una frase che si ribalta nelle voci, opere e significati lungo il maggio di questa mostra.
Appunto della redazione:
L’unico fatto assoluto è che “non dobbiamo distrarci”, poichè la cronaca attuale purtroppo dice molto.
Eventi in programma:
Dal 2 al 30-07-2022 abbiamo presentato al Museo Civico Principe Guglielmo Roma- nazzi Carducci di Santo Mauro un’esposizione di arte contemporanea dal titolo FOL- LIA IN MINORE, a cura della storica dell’arte Sara De Carlo. Nel periodo della mostra, si è tenuta inoltre nel giardino pensile di Palazzo Romanazzi Carducci la rassegna CONCERTI IN GIARDINO, con un ricco programma musicale che esplorava anch’es- so il tema della follia.
Dal 22 aprile al 4 maggio 2023 ARTES ha presentato a Noci nel Chiostro delle Claris- se la mostra personale di Elisabetta Sbiroli dal titolo DICONO DI LEI, a cura di Sara De Carlo. La mostra è stata ripresa a Martina Franca dal 19 agosto al 30 settembre 2023 a Palazzo Ducale, e a Castellana Grotte dal 25 novembre al 7 dicembre 2023 a Palazzo Comunale.