In-ruins in Puglia! Parte l'open call per selezionare artist*, curatori e curatrici, ricercatori e ricercatrici a proporre progetti di produzione o di ricerca.

Promosso da Associazione Archeofuturo dal 2018, In-ruins è un programma di residenza dedicato a esplorare le potenzialità dell’incontro tra arte contemporanea e archeologia attraverso il transitorio insediamento di artisti, curatori e ricercatori nei pressi di siti monumentali del meridione.
In-ruins ripensa il territorio attraverso il suo passato, rende antiche rovine luoghi di incontro e porta nel cuore di territori periferici la sperimentazione urgente e attuale di creativi internazionali. Affondando le proprie radici in un pensiero meridiano e mediterraneo, il progetto mira a valorizzare non solo il patrimonio archeologico, ma anche le tradizioni, i miti e le storie delle comunità stesse che da sempre lo custodiscono.

Quest'anno In-ruins approda in Puglia.

Dopo le edizioni in Calabria e Basilicata, il progetto non si concentra su un sito archeologico delimitato, ma su un’intera città: Canosa di Puglia. Qui l’archeologia è diffusa nel tessuto urbano, frammentaria, spesso sotterranea. Una geografia sommersa che trasforma la città in una costellazione di luoghi sepolti, mettendo in crisi l’idea stessa di “sito”. Ci spostiamo anche, per la prima volta, dal versante ionico verso il litorale adriatico: fuori dai confini della Magna Grecia tradizionalmente intesa. La possibilità di immergersi in questo paesaggio complesso è resa possibile grazie alla collaborazione strategica con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Foggia e BAT, l’ospitalità del Comune di Canosa e il patrocinio oneroso di Fondazione Archeologica Canosina: una sinergia che apre a spazi raramente accessibili, consentendo di trasformare la residenza in una vera indagine sul campo - anche grazie al coinvolgimento della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici interateneo Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" - Università di Foggia e alla sinergia con UCL University London e AHA network sviluppata grazie al coordinamento di Nastassja Simensky. In-ruins residency 2025 è diretta da Nicola Guastamacchia con la curatela di Nicola Nitido. 

Battistero di San Giovanni e Basilica di Santa Maria_Cortesia Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio BAT e Foggia
Battistero di San Giovanni e Basilica di Santa Maria. Courtesy Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio BAT e Foggia

Contesto: Canosa di Puglia

Canosa di Puglia è una città che non si limita a conservare il passato: lo abita. Il tessuto urbano si è sviluppato nei secoli sopra necropoli, architetture interrate, resti cerimoniali e strutture abitative. Qui l’archeologia non è separata dall’abitare: ogni epoca ha lasciato una traccia riscrivendo la precedente, in una sedimentazione continua di forme e funzioni. Sorta su un sistema di colli ha conosciuto una continuità insediativa straordinaria, favorita dalla vicinanza al fiume Ofanto, asse di scambio e attraversamento sin dalla preistoria. Già nell’Età del Bronzo emergono le prime tracce di occupazione, ad esempio la necropoli di località Pozzillo, e nella successiva età del Ferro la frequentazione inizia ad interessare anche nuove aree, come dimostrano le tracce individuate nell’area di Giove Toro.

A partire dal VII secolo a.C., Canosa diviene uno dei poli principali della cultura daunia: l’insediamento si frammenta in nuclei distinti, in cui si alternano spazi funerari e abitativi, e i corredi rinvenuti nelle sepolture testimoniano una crescente articolazione sociale. In un paese come l’Italia, dove la romanità resta un pilastro identitario e simbolico - dalla scuola alle retoriche istituzionali - concentrarsi sulle culture preromane significa decentrare lo sguardo. I Dauni, le loro architetture della morte, le loro modalità di rappresentare il potere e il rito, restituiscono pluralità al passato mettendo in crisi narrazioni unitarie. Canosa, in questo senso, è un archivio aperto, che permette di pensare l’Italia come arcipelago di popoli, più che come una civiltà lineare e centralizzata.

Quando entra in contatto con Roma, Canosa sceglie un posizionamento strategico: nel 318 a.C. stipula un accordo con l’Urbe. Durante la seconda guerra punica, si distingue per aver offerto rifugio ai superstiti romani dopo la battaglia di Canne. Una scelta opposta a quella di Metaponto - sede della residenza 2024 - che invece accolse Annibale per poi esser punita con la distruzione. Questo confronto tra due centri dell’Italia antica mette in luce quanto diversi fossero i modi di relazionarsi al potere romano, tra alleanza, autonomia e resistenza. 

La città conosce il suo massimo sviluppo in età imperiale, con il passaggio della via Appia-Traiana e la fondazione della colonia sotto Antonino Pio. Nascono l’acquedotto, il tempio di Giove Toro, gli edifici termali, i mausolei funerari lungo la via Traiana, e ulteriori nuclei di necropoli fuori dall’area urbana. In età tardoantica, Canosa diventa un importante centro cristiano con lo sviluppo delle catacombe di Lamapopoli. Il vescovo Sabino promuove diversi interventi di costruzione di edifici di culto, di cui il massimo esempio è nell’area di Piano San Giovanni, mentre con la conquista normanna del 1071 viene costruito il primo nucleo del castello.

Quella che si incontra a Canosa non è la Puglia da cartolina della Valle d’Itria, ma quella del nord, tra l’Alta Murgia e il Gargano: un territorio interno, carsico, segnato da una storia archeologica travagliata. Fin dall’Ottocento, il sito è stato al centro di traffici clandestini che hanno alimentato il mercato antiquario internazionale. Le celebri ceramiche a figure rosse, tra gli oggetti più noti della produzione daunia, sono oggi conservate in importanti collezioni estere, tra cui quella del British Museum. A questa dispersione si è aggiunto, negli anni ’60 e ’70, l’impatto dell’espansione edilizia – guidata da logiche speculative e pratiche abusive – che ha cementificato intere aree, alterando irreversibilmente il paesaggio urbano. Tuttavia, è proprio durante queste trasformazioni che sono affiorati, spesso in modo accidentale, alcuni dei principali ipogei funerari della città, oggi al centro di interventi di studio, tutela e valorizzazione.

Canosa di Puglia_Courtesy Comune di Canosa di Puglia_3
Canosa di Puglia. Courtesy Comune di Canosa di Puglia

È in questo panorama che prende forma la residenza. Gli ipogei funerari e le necropoli permettono di proseguire il lavoro avviato a Sibari sulle lamine orfiche e a Matera sulla sedimentazione del paesaggio. Canosa – una città cresciuta non con, ma nonostante l’archeologia – spinge questo percorso ancora più in profondità: antichi luoghi sacri convivono silenziosi con infrastrutture quotidiane del presente, condivisi da interi condomini, a pochi metri da strade, negozi e banchi di scuola. L’archeologia, in questo contesto, non è solo uno strumento per datare i resti, ma un modo per interrogare ciò che è stato costruito sopra – e attorno – al passato.

Invitiamo quindi artist*, curatori e curatrici, ricercatori e ricercatrici a proporre progetti di produzione o di ricerca domandandosi:

1. In che modo la storia di Canosa può contribuire a decostruire l’idea di un’Italia definita da un’eredità univoca e centralizzata? Quali visioni alternative del passato si aprono rileggendo il territorio come mosaico di memorie e discontinuità?

2. Quali forme e linguaggi possono raccontare una città dove la vita quotidiana scorre sopra ipogei condivisi da interi condomini, e l’archeologia affiora tra cortili, fondamenta e parcheggi? Che comunità abita questa convivenza silenziosa tra resti e routine?

3. Come comprendere e pensare insieme la sopravvivenza millenaria di siti sacri e funerari e i contesti contemporanei in cui guerra e distruzione negano memoria e lutto, cancellando ogni traccia prima ancora che possa farsi storia o materiale archeologico?

Info maggiori:

Open call: 2 giugno - 2 luglio

-   Selezioni entro 15 luglio

-   Date residenza: 8 settembre - 12 ottobre (obbligo di partecipazione ad almeno il 4 delle 5 settimane)


Partners

In convenzione con: Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Foggia e BAT e Comune di Canosa

In collaborazione con: Fondazione Elpis

Con il patrocinio di: Fondazione Archeologica Canosina

Sinergia accademica: UCL University london / AHA network / Arts Council England con il coordinamento di Nastassja Simensky.

Media partner: Salgemma

Design: Studio Co-Co

Iscriviti alla nostra newsletter

chevron-down linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram